Parco Archeologico di Arzachena
Gli scavi archeologici in essi effettuati, hanno riservato agli studiosi cospicui e importanti dati scientifici e hanno portato alla luce eccezionali reperti. Il parco archeologico di Arzachena è costituito da 7 siti di notevole interesse. All’interno del parco è inserito anche il Museo civico “Michele Ruzittu” recentemente riaperto al pubblico dopo un importante rinnovo delle sale, destinate a varie esposizioni. Nella sezione archeologica è possibile ammirare numerosi e importanti reperti rivenuti nel territorio.
Area Archeologica di Albucciu
L’area archeologica di Albucciu comprende il nuraghe omonimo e la tomba di giganti Moru. Non lontano si trova anche il tempietto nuragico di Malchittu.
Il Nuraghe Albucciu è nascosto in un boschetto di olivastri, è di forma sub-rettangolare ed è stato costruito sfruttando un affioramento di roccia granitica diventato parte integrante della struttura. All’interno una scala conduce alla terrazza al piano superiore. Nel nuraghe sono stati rinvenuti numerosi e importanti reperti, testimonianza delle varie attività svolte da questa imponente civiltà, come la lavorazione del latte, dei cereali, la cottura del pane e di altri cibi, ma soprattutto la presenza della comunità di Albucciu nei traffici commerciali transmarini. L’attività del nuraghe Albucciu si colloca tra la media e la tarda età del bronzo, con una breve ripresa, dopo un provvisorio abbandono, durante l’età del ferro.
La Tomba dei giganti Moru, è l’unico esempio di tomba a filari di pietre visibile nel territorio di Arzachena. La tomba è il risultato della ristrutturazione di un monumento funerario più antico che nel corso del Bronzo recente (1300 – 1000 a.C.) venne modificato e trasformato in tomba dei giganti. Erano tombe collettive composte da un corridoio nel quale venivano sepolti i defunti e da un’area semicircolare, detta esedra, nella quale si svolgevano i riti e si deponevano le offerte. Si trova a un centinaio di metri dal nuraghe Albucciu, di cui probabilmente costituiva l’area sepolcrale.
Il tempietto nuragico di Malchittu è un interessante e originale edificio di culto nuragico in ottimo stato di conservazione. Si trova arroccato su un avvallamento posto tra due alture granitiche a 120 metri sul livello del mare. All’interno della camera è possibile osservare gli arredi legati ai rituali che si svolgevano qui, come nicchie, sedili, banconi e un focolare circolare al centro dell’ambiente. I frammenti di reperti ceramici ritrovati hanno permesso di capire che la vita del tempietto è iniziata nel corso del Bronzo Medio, fra il 1600 e il 1400 a.C. Il tempio di Malchittu, come risulta dagli scavi effettuati, era anche teatro di cerimonie rituali, sebbene non si sappia ancora a quale divinità fossero rivolte.
Area Archeologica di La Prisgiona
Il complesso e’ composto dal nuraghe La Prisgiona e da un villaggio di circa un centinaio di capanne. L’edificio ha una torre centrale (il mastio) e due torri laterali che formano un bastione. Nel cortile e’ presente un pozzo in cui sono stati rinvenuti vari reperti in ceramica. Nei pressi del pozzo e’ interessante l’ edificio per le riunioni del villaggio con una panchina circolare in grado di ospitare circa sedici persone, presumibilmente persone di rango elevato del villaggio. L’ importanza del luogo e’ anche confermata dalla scoperta di un vaso utilizzato probabilmente per ottenere una bevanda (decotto o distillato) il cui consumo era forse limitato ai partecipanti delle riunioni.
Necropoli Li Muri Risalente al IV millennio a.C., è il sito più antico e conosciuto, chiamato anche delle ‘tombe a circolo’. Essa è il segno di una cultura particolare alla quale è stato dato il nome di “cultura dei circoli megalitici” o “Cultura Gallurese”. Costruita in granito locale, è costituita da cinque ciste litiche, i vani da deposizione, che contenevano i corpi in posizione distesa. Ogni ciste conteneva un defunto e una volta chiuse venivano ricoperte di tumuli di terra e pietrisco disposto in cerchi concentrici, quindi in origine la necropoli doveva presentarsi come una serie di cupole ravvicinate.
La tomba dei giganti di Coddu Vecchiu e’ sicuramente uno dei più importanti esempi di sepolture multiple di tutta la Sardegna. Essa risale a circa il 2500 A.C. ed era in origine un dolmen tuttora visible. La stele e’ la più’ alta di tutta l’isola, ed e’ composta da due parti distinte e sovrapposte incassate con appositi incavi. Sia la parte superiore che quella inferiore, sono finemente lavorate e incorniciate da uno spesso listello.
Tomba dei giganti Li Lolghi: Il grande sepolcro collettivo nuragico misura 27 m di lunghezza complessiva ed è frutto di due momenti costruttivi, uno durante l’ età del bronzo antico (1800 a.C.) e l’altro durante l’età del bronzo medio (1600a.C.). L’inumazione dei defunti avveniva probabilmente dall’alto, mediante la rimozione di una delle lastre di copertura del vano sepolcrale. Lo scavo del monumento ha restituito vari reperti, soprattutto recipienti, i quali si ipotizza fossero utilizzati per le offerte di cibi nell’ambito di pasti consumati in onore dei defunti. Le Tombe dei giganti assolvevano alla funzione di luoghi di culto in onore dei propri antenati, ma anche di simboli di possesso e di controllo del territorio, come suggerisce la loro maestosità.