Luttuni

Luttuni Luttuni

 

Come la maggior parte dei borghi di Budoni, anche Luttuni ha una tradizione agropastorale predominante.

Tra i lavoratori era possibile stipulare dei contratti agricoli, poiché non tutti avevano la fortuna di possedere un terreno da lavorare: una buona parte degli uomini, quindi, andava a lavorare presso dei proprietari terrieri.

I RAPPORTI DI LAVORO TRA CONTADINO E “SIGNORE”

Nel caso del contadino, chiamato su teraccu pedaiu, aveva diritto a vitto, alloggio, scarpe e un quarto del grano al momento del raccolto. Non era un semplice lavoratore, ma veniva trattato come un fizu de domo, uno di casa. Un altro tipo di contatto tra contadino e proprietario terriero era la mezzadria: il “signore” offriva la terra, i semi e i buoi, mentre il contadino metteva il suo lavoro. Anche sul contadino, però, gravavano dei doveri che, secondo la consuetudine del tempo, dovevano essere rispettati. Il costo delle riparazioni degli strumenti di lavoro, ad esempio, gravavano metà sul contadino e metà sul proprietario della terra. Mentre l’obbligo di ripulire i terreni dai rovi ricadeva su chi possedeva il bestiame, che nella maggior parte dei casi era “il signore”.

I CONTRATTI TRA PASTORE E PROPRIETARIO TERRIERO

Nel caso del pastore, invece, il contratto era detto su tres unu: il proprietario delle pecore forniva il bestiame ed era obbligato ad avere – o affittare – un pezzo di terreno che fornisse almeno la metà del pascolo necessario per gli animali. L’altra metà del pascolo la forniva il pastore, che prendeva un terzo dei frutti del lavoro; mentre gli altri due terzi spettavano al proprietario del gregge. Questo tipo di contratto durava cinque anni, e scaduto questo periodo il pastore aveva l’obbligo di procurarsi i terreni per il pascolo delle greggi. In questo caso, i frutti erano divisi a metà tra il pastore e il proprietario degli animali.

GLI STRUMENTI DELL’AGRICOLTURA

Il lavoro era particolarmente faticoso e non conosceva soste, se non quelle dettate dalle stagioni o, talvolta, dalle intemperie. Per lavorare la terra venivano utilizzati due aratri differenti: s’aradu saldu e s’aradu a laccu. Il primo, il tipico aratro sardo, corrispondeva al tipo logudorese e veniva utilizzato in particolare nella zona di Ozieri, mentre il secondo è il tipico aratro utilizzato nella Sardegna settentrionale, descritto da Maurice Le Lannou nel libro "Pastori e contadini di Sardegna" (1941). L’aratro era lo strumento principe delle campagne, tanto da divenire il simbolo della fatica dell’uomo – e dell’animale -, ricordato anche da Francesco Ignazio Mannu, nell’inno della Sardegna "Su patriottu sardu a sos feudatarios" (letteralmente Il patriota sardo ai feudatari), meglio conosciuto come "Procurade ‘e moderare", composto nel 1794 durante i moti rivoluzionari sardi. Il testo di Mannu riporta un riferimento preciso alla fatica del contadino contrapposta alla vita ricca e facile del cane del Barone: "Con la zappa e con l’aratro lotta tutto il giorno, verso mezzogiorno si ciba solo di pane, viene trattato meglio il cane del Barone, in città, se è di quella razza che solitamente portano in tasca".

COME ARRIVARE 
Da Olbia prendete la SS131dcn direzione Nuoro. Dopo circa 30 chilometri prendete l’uscita Budoni/Agrustos e, una volta giunti al centro di Budoni, imboccate Via Roma e seguite le indicazioni per Luttuni. 
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