Porto Ottiolu
Si dice che il nome di Porto Ottiolu derivi dal sardo “Portiolu”, anche se recenti studi del linguista Massimo Pittau, hanno riaperto la discussione. Potrebbe infatti essere la forma diminutiva di gùttiu, gùttia, (g)utzu, gùtziu e (b)ùttiu, ossia “goccio, goccia”, con riferimento a una fontana presente a Ottiolu, caratterizzata da un semplice ma continuo gocciolio d’acqua. Attualmente Porto Ottiolu è un borgo che ospita ogni estate migliaia di turisti, attirati da una lunga spiaggia puntellata di calette nascoste, e supportato da servizi efficienti e moderni. Ma Ottiolu non è sempre stato così: sino al 1985, dove oggi sorge il porto, c’era esclusivamente un capiente stagno che faceva parte del sistema di zone umide che riguarda tutto il territorio.
Le prime famiglie ad arrivare a Ottiolu furono, negli anni ’60, i Buzzi e i Sergenti: non avevano a disposizione strade, case né energia elettrica, ma solo lo stagno, il mare, la spiaggia e la natura. E la compagnia di alcune famiglie dei borghi vicini che, durante l’estate, si trasferivano nei pressi dello stagno, presso abitazioni di fortuna. Tutto cambiò dal 1985 quando, durante un volo turistico in compagnia di amici, l’ingegnere romano Vitali si innamorò di Ottiolu e decise con la sua società “Intermarine”, di costruire due villaggi e il porto. Da questo momento in poi, Porto Ottiolu assunse un’altra veste: lo stagno lasciò il posto al porto turistico, un moderno approdo che può ospitare ben 405 imbarcazioni con tutti i servizi in banchina, un cantiere nautico attrezzato, un diving center per le immersioni guidate, una scuola sub e un circolo velistico.
QUATTRO PASSI A PORTO OTTIOLU
Oggi lungo i porticati che costeggiano il porto è possibile degustare un buon gelato artigianale, conoscere i prodotti tipici sardi e l’’artigianato locale, fare visita alle boutique dedicate allo shopping per adulti e bambini e tanto altro ancora…La passeggiata si può concludere con un suggestivo aperitivo accompagnato dalle luci del tramonto che regalano uno scenario magico.
Durante il giorno potete prendere una barca a vela dal porto di Ottiolu e fare una gita nell’area marina protetta di Tavolara Capo Coda Cavallo oppure fare un’escursione alla ricerca di Poltu Cuatu (porto nascosto) e di Cala di li Francesi. La sera, invece, vi consigliamo una passeggiata nella piazzetta principale, dove, in estate, troverete un’ampia offerta di locali, ristoranti, pizzerie, bar, gelaterie, boutique per lo shopping, bancarelle e spettacoli serali per adulti e bambini.
IL PORTO ANTICO
Probabilmente alcune baie riparate come quella di Ottiolu, comprese le piccole insenature di Cala di li Francesi e Poltu Cuatu, venivano utilizzate come scali da navi quadrireme puniche e/o fenice. D’altronde non è raro trovare resti di ceramiche riconducibili a navi di trasporto anche romane, probabilmente naufragate lungo i litorali. É proprio dell’età romana che si hanno più notizie: grazie al cosiddetto “Itinerarium provinciarum Antonini Augusti” sappiamo che i romani costruirono in Sardegna, anche nella zona di Ottiolu, una fitta ed efficiente rete stradale per collegare le zone da essi conquistate. Inoltre sappiamo per certo che i pirati barbareschi e i mori sbarcavano su queste coste, ed è probabile che il toponimo Punta Li Tulchi, una delle cale utilizzate per gli scali, ricordi in qualche modo questi spiacevoli episodi.
Da Olbia prendere la SS131 DCN direzione Nuoro. Dopo circa 30 minuti prendete l’uscita Budoni Nord/Agrustos e proseguire seguendo le indicazioni Agrustos–Porto Ottiolu.