Solità
Il nome di questo borgo non può che ricordare il sole. Se si osserva il suo territorio, completamente esposto alla luce solare, si può supporre che il nome derivi proprio da esso. Secondo alcuni è possibile che gli abitanti di questa zona adorassero il sole e che i resti sulla collina siano legati a un tempio utilizzato per questo culto. Non abbiamo notizie certe sui riti e i culti praticati a Solità, però abbiamo sicuramente molti resti archeologici che fanno pensare a un insediamento molto antico. Sono presenti, infatti, i resti di un nuraghe – costruzione tipica sarda in pietra, di forma tronco conica – e di Domus de Janas “case delle fate” – strutture sepolcrali composte da tombe scavate nella roccia -. Nella seconda metà del ‘900, durante gli scavi per la costruzione della strada che collega il borgo di Solità a San Gavino, sono stati rinvenuti i resti di un antico cimitero, mentre si narra dell’esistenza di una lunga galleria che da Solità arriva sino a Tanaunella.
DALLA STORIA ALLA LEGGENDA
A Solità non sono magici solo i luoghi, ma anche le leggende tramandate oralmente dagli abitanti di questo borgo. Una di queste è quella di Maria Lentola, una donna che dimorava nelle rocce e indossava un lungo lenzuolo bianco (da qui il nome lentola, che in sardo significa lenzuolo). Secondo la leggenda, Maria Lentola girava per le stradine di Solità nel pomeriggio, per catturare i bambini disobbedienti che anziché rimanere a casa durante le ore più calde, uscivano, noncuranti delle raccomandazioni dei genitori. Questa storia veniva utilizzata dagli adulti per impaurire i più piccoli, con l’obiettivo di tenerli a casa nel pomeriggio. Maria Lentola è una figura conosciuta non solo in questa zona, ma anche nel resto della Sardegna, con nomi diversi come sa mama ‘e su sole, la mamma di lu soli ecc.
Tra le altre leggende di Solità troviamo la figura di su Mascazzu, un simpatico omino che appariva sempre nello stesso luogo e amava fare i dispetti a chi passava di là, soprattutto ai bambini. Infine, Sa reula, cioè le anime dei morti che passeggiano per il paese: si narra che nella notte di Ferragosto le anime passeggiassero per il paese in cerca di cibo. Quella notte, quindi, gli abitanti del borgo lasciavano sui balconi un piatto di maccarrones de punzu, ovvero di gnocchetti sardi, per accontentare le anime dei propri cari.
Da Olbia prendete la S.S. 131 in direzione Nuoro. Dopo circa 30 chilometri prendete l’uscita verso Budoni/Limpiddu. Seguite le indicazioni verso Solità.