La Mazza Frissa
Questa pietanza era legata alla tradizione di San Giovanni: durante la cena a lui dedicata , il 24 Giugno, i giovani del paese dovevano mangiare la succulenta pietanza senza bere alcun tipo di bevanda. Durante la notte, la donna che in sogno avrebbe dissetato il giovane sarebbe stata quella giusta da sposare. Che sia un piatto in uso già da tempi antichi, lo dimostrano anche espressioni legate alla vita quotidiana che fanno parte da sempre della parlata dialettale, come “Sudato come una mazza frissa” (a indicare una fronte imperlata di sudore) o “Sembri una mazza frissa” (a indicare un corpo flaccido e molliccio).
Panna
Farina di grano duro
Sale
Mettete sul fuoco, in una pentola antiaderente, 500 gr. di panna. Mescolate continuamente con un mestolo per evitare che la panna si bruci, sino all’ebollizione. Aggiungete, lentamente e gradualmente, la farina di grano duro e un pizzico di sale.A questo punto il composto inizia ad amalgamarsi, a sudare ed eliminare la parte grassa contenuta nella panna. Dopo una decina di minuti, nel tegame avrete una massa morbida e un fondo oleoso: la massa è la mazza frissa, mentre il fondo oleoso è detto ociu casgiu o pulcinu. Separate la mazza frissa dall’olio e servitela ancora calda